Trieste è la sua anima greca… non solo quindi Piazza Unità d’Italia.
La piazza Unità d’Italia a Trieste e’ una piazza fronte mare molto bella. Varrebbe una visita a Trieste per vederla, specialmente la sera. Il mare di fronte la rende fantastica anche di giorno.
E’ stata ridisegnata a fine 800 dall’architetto Bruni, demolendo dei vecchi edifici medioevali, fra cui una chiesetta ed una porta, che accedeva alla città antica. Bruni ha conservato la parte centrale di un edificio, che oggi fa parte del Palazzo del Comune, a cui lateralmente sono state affiancate delle ali con una continuazione e correlazione artistica armonica molto efficace. Il risultato e’ splendido, è un palazzo molto ricco di sculture e colonnine, molto articolato in facciata, simile a quello di Bruxelles. Sulla sommità un campanile con famoso orologio, sopra Mikeze e Jakeze battono le ore, due personaggi, ormai molto popolari, rappresentati da due statue di bronzo con un martello che battono le ore sul grande “Campanon”. Sul lato sinistro della piazza, si trova il Palazzo modello, molto bello, del medesimo architetto, molto elegante e molto singolare con delle statue che sorreggono il tetto, i telamoni, che si tengono le mani sui genitali, naturalmente con il solo significato di sconfiggere la sfortuna e le disgrazie, quindi motivati solo da superstizione, si intende per scaramanzia. Sempre proseguendo sul lato sinistro, il Palazzo Stratti delle Generali, sulla cui sommità si erge un gruppo scultoreo imponente, di Luigi Zandomeneghi, che raffigura con metafore ed allegorie un passato ricco di città imperiale asburgica per Trieste. Una locomotiva ad indicare i progressi dei mezzi di trasporto e comunicazione ferrovia e telegrafo, un’ancora che e’ rappresentativa per i traffici marittimi, una incudine e martello per l’industria, una colonna greca per l’urbanizzazione in chiave neoclassica (Trieste è neoclassica), una tavolozza per la pittura, molto importanti i pittori triestini, una cetra per la musica, e la civetta come allegoria per Atena, la dea che rappresenta la Sapienza e quindi la scienza e la conoscenza, molto importanti a Trieste sempre, ancora oggi e soprattutto oggi direi, Trieste e’ città di scienza. La civetta e’ l’uccello caro alla dea Atena o Minerva per Romani.
Sulla sommità un campanile con famoso orologio, sopra Mikeze e Jakeze battono le ore, due personaggi, ormai molto popolari, rappresentati da due statue di bronzo con un martello che battono le ore sul grande “Campanon”. Sul lato sinistro della piazza, si trova il Palazzo modello, molto bello, del medesimo architetto, molto elegante e molto singolare con delle statue che sorreggono il tetto tenendo le mani sui genitali, naturalmente con il solo significato di sconfiggere la sfortuna e le disgrazie, quindi motivati solo da superstizione, si intende. Sempre proseguendo sul lato sinistro, il Palazzo Stratti delle Generali, sulla cui sommità si erge un gruppo scultoreo imponente, di Luigi Zandomeneghi, che raffigura con metafore ed allegorie un passato ricco di città imperiale asburgica per Trieste. Una locomotiva ad indicare i progressi dei mezzi di trasporto e comunicazione ferrovia e telegrafo, un’ancora che e’ rappresentativa per i traffici marittimi, una incudine e martello per l’industria, una colonna greca per l’urbanizzazione in chiave neoclassica (Trieste è neoclassica), una tavolozza per la pittura, molto importanti i pittori triestini, una cetra per la musica, e la civetta come allegoria per Atena, la dea che rappresenta la Sapienza e quindi la scienza e la conoscenza, molto importanti a Trieste sempre, ancora oggi e soprattutto oggi direi, Trieste e’ città di scienza. La civetta e’ l’uccello caro alla dea Atena o Minerva per Romani.
La civetta vede nell’oscurità e l’oscurità è intesa anche come ignoranza e questo uccello notturno, con la sua vista nelle tenebre, rappresenta quindi gli occhi della conoscenza. Trieste e’ una città neoclassica, con statue greche dappertutto e tanti edifici, che sembrano Templi Greci. Non è stato per omaggiare la grandissima comunità greca, che vive in città da secoli, con la sua imponente chiesa di San Nicolò sulle rive e la via omonima. Molte sono le attività della cultura greca dedicate alla comunità italiana, compresi corsi di greco moderno, conferenze e intrattenimenti. I greci sono presenti in città e dono triestini da tempi lontani, da quando l’Impero ottomano si e’ impossessato delle isole greche, dopo la proclamazione del Porto Franco del 1719 quando regnava ancora il padre di Maria Teresa. Francesco II.
Non quindi per l’arrivo dei greci, nell’800 sono state altre le scelte per il neoclassico. La città aveva un’anima finanziaria ed un tessuto economico importante e per adeguare lo stile degli edifici alla città, che era piazza finanziaria ed economica e di gradi traffici, importante non solo con Generali, RAS e nel campo assicurativo, ma anche marittimo, con grandi armatori e compagnie di navigazione. Le navi del Lloyd triestino solcavano tutti i mari. Il porto era in grandissima espansione con merci, che arrivavano da tutte le parti del mondo. Nettuno, il dio del mare, è’ presente in molte fontane di Trieste. Qui nasce la Borsa, prima di Roma e di Milano. Dunque come rappresentare anche l’edificio della Borsa, se non come un tempio greco con le statue della mitologia greca, con Mercurio per gli affari, Nettuno per il mare ecc. Ecco che Trieste non ha statue di santi sui suoi palazzi, ma statue delle divinità greche. Nessuna architettura più della classica può rappresentare una città laica e tollerante anche nelle religioni, sono sette i nostri cimiteri di ogni confessione religiosa, e dedita al commercio ed agli affari.
Eccoci arrivati quindi ad altri due palazzi importanti, il palazzo dove ha sede la Prefettura, sempre continuando da questo lato, un palazzo stupendo in stile eclettico della secessione viennese con bellissimi mosaici di vetro di Murano, che risplendono alla luce del sole al tramonto in tutta la loro bellezza. Sul lato opposto, il palazzo della Compagnia di Navigazione del Lloyd Triestino, con una bellissima fontana in facciata, rappresentante Venere, che esce dai flutti dalla conchiglia, l’altra fontana sul lato opposto invece c’è invece Teti, la dea greca madre di tutti i fiumi del mondo. Un palazzo stupendo di grande storia, oggi Palazzo della Regione, affiancato dal palazzo dei Duchi d’Aosta, dove morì l’archeologo che studiò l’antica Grecia Johann Winckelmann oggi Grand Hotel con Harrys Bar ed infine l’unico palazzo in stile barocco, il palazzo Pitteri all’angolo opposto.
Wilma Naia
Sono una divulgatrice scientifica appassionata di fisica delle particelle, anche se la mia curiosità spazia anche in altri campi, e vivo tra Trieste e CERN.
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