Buona Pasqua agli amici cattolici
Καλό Πάσχα στους ορθόδοξους φίλους!
La Pasqua (Πάσχα in greco) è forse la festa religiosa più importante per i greci.
La data della Pasqua ortodossa a volte coincide con quella cattolica, a volte no, come quest’anno, infatti la Pasqua ortodossa sarà il 5 maggio. Questo perché, nel primo sinodo ecumenico a Nicea, nel 325 d.c., fu stabilito che la Pasqua sarebbe stata celebrata la prima domenica dopo il plenilunio dell’equinozio di primavera, ma la chiesa ortodossa utilizza per il calcolo il calendario giuliano, mentre quella cattolica quello gregoriano.
Una tradizione fondamentale della Pasqua greca è quella di tingere le uova di rosso.
Si dice che questa usanza sia dovuta al fatto che, quando Maria Maddalena si recò presso il sepolcro di Gesù e lo trovò vuoto, corse dai suoi discepoli per annunciare loro che Gesù era risorto e Pietro, estremamente scettico, le rispose che avrebbe creduto alle sue parole solo quando le uova che aveva nel paniere fossero diventate rosse. E subito, inspiegabilmente, le uova divennero rosse. Inoltre, secondo la tradizione cristiana, il rosso è il colore che simboleggia la passione, il colore del sangue, ma ancora più anticamente veniva indicato come colore in grado di tenere lontano il male.
𝘕𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘰𝘵𝘰 𝘭𝘦 𝘶𝘰𝘷𝘢 𝘳𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘪𝘢 𝘮𝘢𝘥𝘳𝘦
𝘒𝘢𝘭𝘭𝘪𝘰𝘱𝘪 𝘩𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘱𝘢𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘗𝘢𝘴𝘲𝘶𝘢.
L’uovo, che è simbolo di rinascita, tinto di rosso assume un significato ancora più forte di resurrezione, di vita, di fertilità. Prima del pranzo della domenica di Pasqua, è usanza fare un gioco: lo tsougrisma (τσούγκρισμα). Ogni ospite tiene nella mano il suo uovo rosso e pronunciando la frase di rito: Χριστός Ανέστη (Cristo è risorto), a cui l’altro risponde: Αληθώς Ανέστη (è veramente risorto) colpisce con la punta quello del vicino. Il vincitore è colui che ha l’uovo più resistente, la persona cioè che, dopo aver sfidato tutti, avrà ancora l’uovo intero, cosa che gli porterà fortuna durante tutto l’anno. Per mia (grande e lunga) esperienza, la cosa migliore per vincere è cercare di colpire per primo l’uovo “avversario” con la propria parte appuntita e, soprattutto, cercare di dirigere il colpo verso una parte piatta dell’uovo “nemico”.
Il rompere le uova rappresenta metaforicamente l’apertura del sepolcro di Gesù, da cui è uscito per rinascere a nuova vita.
Ovviamente questo è uno dei momenti che preferisco del pranzo pasquale, ed essendo la mia un’originale famiglia ItaloEllenica, composta da cattolici e ortodossi, il rito si ripeterà due volte quest’anno, perché ormai le usanze italiane e greche convivono senza confini né geografici, né ideologici, ma lo stesso patriottici!
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Εκκόλαψις της Ωραίας Ελένης
La schiusa di Bella Elena, uscita dal suo uovo, parabola greca antica in radice al concetto di nascita ciclica della natura.
La bellezza femminile assoluta, la Bella Elena, nasce dalla più bella e resistente forma naturale, l’uovo. E’ il simbolo della rigenerazione naturale, del riciclo materiale sempre in nuove forme, dalla più semplice alla più complessa, della stessa Primavera nell’antica Grecia. E ancora oggi un simbolo ancestrale che unisce l’antropocentrismo occidentale come contemplazione estetica, filosofia dell’osservazione scientifica, biologica, genetica, culturale. Hanno già detto tutto, questi maledetti greci… poi copiati dalle varie dottrine in simili edizioni come la Pasqua giudaicocristiana.
Vi ricordate la mostra “I GRECI IN OCCIDENTE” a palazzo Grassi di Venezia il 1996 a cura del Prof. Caratelli? Mi era piaciuto molto questo piccolo oggetto, fortissimo nella sua semplicità nel raccontare storie pari ad un’opera di Omero.
Il reperto trovato a Metaponto, (=μετά Πόντο, μετά την αποβίβαση από τη θάλασσα προερχόμενοι από την Ελλάδα ή την αντίπερα ελληνική Καλλίπολη) è esposto al Museo Archeologico di Altamura, importante sin dal paleolitico e documenta il radicamento dei greci della seconda colonizzazione della Magna Grecia, nella Puglia dell’Alta Murgia.