Χριστός Ανέστη! Χρόνια πολλά!
Buona Pasqua agli amici ortodossi!
I Corfioti chiamano Lambri Pasqua di Lambria (Bright) che esprime in questo modo simbolico la luminosità spirituale della giornata. Dopo un lungo periodo di sette settimane dedicato al digiuno e l’astensione da qualsiasi tipo di festa, arriva la Pasqua, giorno di felicità, giorno di godimenti.
Le particolari usanze locali, il rapporto diretto stretto di questi giorni, con l’inizio della primavera, in mostra in una unicità festosa, ha reso la Pasqua Corfiota un’attrazione con visitatori provenienti da tutto il mondo. La musica ecclesiastica polifonica (una particolarità locale, anche questa eredità della cultura italiana nelle isole ioniche) predomina e si riversa fuori dalle chiese Corfiote per i vicoli della città e la periferia. Questa melodia armoniosa, un particolare la quadraphonia, che è venuta da Creta insieme allla popolazione in migrazione voluta dai Veneti nel 17 ° secolo, ancora oggi si chiama “melodia cretese”.
Il Corfiota a Pasqua comincia con le manifestazioni religiose della Domenica delle Palme. Alle 11.00 del mattino della Domenica delle Palme, la litania del Santuario Santa di San Spiridione si svolge una processione che si mantiene dal 1630, in commemorazione della liberazione dell’isola dalla diffusione della peste mortale, che ha preso la vita di molti corfioti nel 1629. Questa litania è la più grande per dimensioni e lunghezza e circoambula la città sulle tracce delle antiche mura della città venete, con molte interruzioni sulla strada per preghiere e suppliche. E l’unica litania che tutti i 18 Filarmonici dell’isola partecipano per onorare il Santo Patrono di Corfù. E’ consuetudine, dopo la fine della litania, tutti le Filarmoniche sfilare alla parata attraverso il centro storico della città a suonare marce allegre. Nella stessa notte alle 8.30 nel Teatro Comunale il concerto del Mantzaros Philharmonic avviene con musica solenne, che ci introduce in vena nella Settimana della Passione.
Dal giorno successivo, Lunedì prima di Pasqua, i corfioti iniziano gli acquisti per la Pasqua. Il dolce odore di ‘phogatsa’, ‘mandolato‘ e ‘colombina’ (tutte le specialità gastronomiche locali) viene rilevato in tutta la città. Nel pomeriggio le campane delle chiese suonano a chiamare la congregazione per il servizio.
Il Martedì prima di Pasqua il famoso mottetto Kassiani si sente nelle chiese e alle 9.00 di sera nel Peristilio di Palazzo Vecchio la “Organizzazione di Corfù attività” (OKE) mette in scena la poetica e musicale di notte con il tema: “Dal Golgotà Resurrezione”.
La mattina di Pasqua ogni chiesa circoambula l’icona della Resurrezione di Cristo per le strade di Corfù e periferie, allo stesso modo come gli epitaffi. Lo stesso giorno di ogni anno dalle ore 11.30 in poi , la stazione navale di Corfù nella Fortezza Nuova, è aperta al pubblico con feste, balli locali e bocconcini ricchi. In Corfù il menu tradizionale del primo giorno di Pasqua è diversa dal resto della Grecia. A Pasqua i corfioti mangiano zuppa di uova sbattute con limone, la maghiritsa, fatta di 2-3 diversi tipi di carne e interiora di agnello, mentre lasciare girare il tradizionale agnello arrosto allo spiedo nella carbonella. La spiegazione è che lo stomaco è indebolito dal lungo periodo di 40 giorni di digiuno e una zuppa aiuterà a recuperare.
Lo stesso pomeriggio tutti i corfioti vanno in chiesa per la cosiddetta ‘Θεία Κοινωνία’, la sacra comunione, e il sacerdote abbraccia e bacia tutta la Congregazione e la congregazione restituisce la riverenza per azienda e baciare il Vangelo e la mano del sacerdote.
In passato canti di Pasqua, τα κάλαντα dalle calende, sono stati cantati porta a porta, ma al giorno d’oggi l’usanza è stata estinta.
Lunedì di Pasqua, in quasi tutte le campagne di Corfù, litanie dell’icona del Cristo Risorto si svolgono, che passano attraverso le aree rurali e villaggi e durano da una a tre ore. Vale la pena di visitare per alcuni giorni Corfù e vivere questa particolare atmosfera festiva tra sacro e profano, con fortissime note di devozione religiosa e folklore pagano, residuo di presenze culturali variegate insite nell’identità isolana e facilmente visibili negli usi e costumi.