Symi (Dodecanneso): 8 Maggio 1945
Conoscere l`isola di Symi può essere considerata un privilegio: un posto dove trascorrere le vacanze, circondati dal mare Egeo blu, quasi viola, baie circondate da rocce a strapiombo mozzafiato.
Symi è senza ombra di dubbio il porto più bello della Grecia, tanto da essere spesso definito la Portofino d’Oriente. Su entrambi i lati di una ripida scogliera che circonda il fiordo che costituisce il porto principale, vi sono file su file di case policrome. Un po’ bianche , un po’ verdi, un po’ rosa, un po’ di giallo pastello, tutte con aristocratici frontoni neoclassici, che sono lì a ricordare che cent”anni fa questa era una delle isole più ricche della Grecia.
Non è mai stata edificata nessuna costruzione moderna in cemento ( l’isola è sotto la protezione del Ministero dei Beni Culturali greco), lo spirito orgoglioso dell’isola non è stato scalfito dallo scorrere del tempo: un anfiteatro di roccia immobile sul mare, quasi irreale per quanto è bello.
Symi fa parte del Dodecanneso, un arcipelago di isole di varia grandezza che geograficamente, amministrativamente e storicamente fanno capo a Rodi, l’isola più grande di questo arcipelago e suo capoluogo.
Ma oggi voglio soffermarmi sull’evento storico che si svolse su quest’isola magica, l’8 maggio 1945, come epilogo di un periodo di turbolenze politiche che segnarono un capitolo buio di storia italiana da ricordare in eterno, durato più di trent’anni, nella prima metà del Novecento. Il film “Mediterraneo” capolavoro premio Oscar di Gabriele Salvatores e il gruppo variegato di militari italiani sbarcati sull’isola di Castelrosso (Καστελόριζο), nel Dodecanneso, poco lontana da Symi, rendono benissimo l’idea
Vicinissime a Symi ci sono le coste turche.
Di notte, la cittadina di Datça, brilla di luci bianche, che in lontananza ricordano i tempi dei drammatici assalti notturni dei pirati. Fu proprio la guerra italo-turca (la guerra di Libia) combattuta e vinta dall’Italia contro l’Impero Ottomano tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per conquistare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica, che diede il via all’avventura italiana in questa parte dell’Egeo: il 12 maggio 1912, Symi venne occupata dall’esercito italiano e fu dichiarata Colonia del Dodecanneso.
Da allora sull’isola si sono moltiplicati i segni incancellabili dell’occupazione italiana, che, dal 1926, sarebbe appartenuta al nuovo Governo delle Isole Italiane dell’Egeo.
All’arrivo a Symi via mare, nel porto di Γιαλός, con l’aroma pungente di salvia e timo nel vento caldo che ti riempie le narici, l’immagine più evidente, oltre al colpo d’occhio di ineguagliabile bellezza delle case color pastello in stile neoclassico (αρχοντικά), è il candido palazzo della polizia, in passato sede delle Poste Coloniali (per alcuni anni dirette da mio nonno Vincenzo Cannata, che prima era stato per lo stesso motivo a Leros e a Rodi, dov’è nato mio padre), dall’impronta rinascimentale-veneziana, costruito da un commerciante italiano. Ma l’aspetto più sbalorditivo, è l’entusiasmo con il quale gli ottantenni di Symi (…e oltre) vogliono parlarti nel loro perfetto italiano, imparato a scuola durante il ventennio fascista (fino alla fine degli anni ’40 la lingua italiana era insegnata nelle scuole).
Della guerra, che vide protagonisti anche l’esercito italiano, rimangono tracce e documenti nella sede del Municipio.e negli ultimi edifici diroccati sulla parte alta dell’isola, distrutti dai bombardamenti (ormai quasi tutti ricostruiti nel medesimo stile architettonico).
Il film Mediterraneo, descrive con eleganza e levità questo pezzo di storia, dall’occupazione militare italiana del 1941 (girato a Kastellorizo, ma potrebbe essere stato girato tranquillamente anche a Symi) a molti mesi dopo l’armistizio del 1943, celebre è la scena in cui gli ufficiali inglesi recuperano i militari del Regio Esercito Italiano dimenticati sull’isola…
I nostri militari, loro malgrado, vennero nuovamente coinvolti, durante l’occupazione tedesca e nei due anni successivi, in drammatici episodi che sappiamo essere accaduti non solo a Symi ma anche in altre parti della Grecia. Rodi fu isolata da un embargo che la ridusse in miseria e Symi, in quanto obiettivo strategico, fu sottoposta a bombardamenti che rasero al suolo gran parte delle case e che uccisero moltissime persone, tra cui mio nonno Vincenzo, quando mio padre era piccolissimo.
Siamo giunti all’8 maggio del 1945, quando nello storico palazzo Kampsopoulou sito sul lungomare sinistro di Gialòs ( Γιαλός), viene firmato il trattato di resa delle Isole del Dodecaneso agli Alleati.
Con il Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947, le isole passarono alla Grecia come prevedeva l’articolo 14 del trattato:
“Articolo 14:
L’Italia cede alla Grecia in sovranità piena le Isole del Dodecanneso in appresso indicate e precisamente: Stampalia (Astropalia), Rodi (Rhodos), Calki (Kharki), Scarpanto, Kasos (Casso), Piscopis (Tilos), Nisiros (Nisyros), Calimnos (Kalymnos), Leros, Patmos, Lipsos (Lipso), Simi (Symi), Cos (Kos) e Castellorizo, come pure le isolette adiacenti.
Le predette isole saranno e rimarranno smilitarizzate.
La procedura e le condizioni tecniche che regoleranno il trapasso di tali isole alla Grecia saranno stabilite d’accordo fra i Governi del Regno Unito e di Grecia ed accordi verranno presi per il ritiro delle truppe straniere non oltre 90 giorni dall’entrata in vigore del presente Trattato.”
Il 15 settembre 1947, a Rodi, vi fu la cerimonia che trasferì i poteri al governatore greco Periklis Ioannidis, sostituito nel 1948 da Nikolaos Mavrìs. Il 7 marzo 1948 le isole si trasformarono ufficialmente nella Prefettura del Dodecanneso, entrando quindi a far parte a tutti gli effetti della Grecia. L’amministrazione greca attuò un regime di repressione dell’elemento italiano. Le chiese cattoliche furono convertite in ortodosse, l’ospedale di Rodi fu organizzato per zone separate tra italiani e greci. Le proteste dell’ingegner Macchi, che si era recato a Roma per perorare la causa degli italiani nel Dodecanneso, aveva prodotto l’invio di alcuni mercantili che il 1º settembre del 1947 evacuarono circa 6.000 italiani.
Dal 7 marzo 1948 le isole del Dodecanneso entrarono a far parte a tutti gli effetti della Grecia e dopo pochi mesi scomparve l’insegnamento della lingua italiana sull’isola a forma di anfiteatro, circondata dal mare più blu che c’è. La presenza italiana nell’Egeo, durata più di trent’anni, si era ufficialmente e definitivamente conclusa… e io ho voluto raccontarvela.
Una pagina di storia sconosciuta ai più, di cui oggi si celebra la ricorrenza, da me studiata alla ricerca di piccoli elementi che mi aiutino a ricostruire le mie radici, insieme a racconti drammatici, al contempo bellissimi, delle “mie” persone.
Σύμη, Δωδεκάνησα ~ Symi, Dodecanneso
Educatore professionale, dottoressa in Scienze Politiche
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