L’alienazione umana nell’era frenetica

L’alienazione umana nell’era frenetica: un tratto filosofico tra smarrimento e consapevolezza

L’uomo sta perdendo la mente e anche l’anima, e quindi si riduce a corpo, a muscoli che gli consentono di svolgere le mansioni dell’Homo faber, che corre, consuma sesso, mangia e usa le mani: un tempo per lavorare, adesso per gli hobby.
Si tratta di una profonda regressione antropologica, non soltanto di un effetto secondario del progresso tecnologico.
Se cadono non solo le facoltà ideative, ma anche i desideri, il piacere di sapere, tutto riporta al fare come segno di essere. Non più il “cogito ergo sum”, ma “faccio dunque non sono morto”
Vittorino Andreoli – La gioia di pensare (Regressione antropologica)

Nell’era frenetica in cui viviamo, l’uomo si trova a fronteggiare un’inquietante realtà: l’alienazione. Come ben sottolinea il compianto psichiatra e scrittore Vittorino Andreoli, nella sua opera “La gioia di pensare: Regressione antropologica”, l’essere umano sembra aver smarrito la propria dimensione spirituale e intellettiva, riducendosi a mero corpo, impegnato in un ciclo incessante di lavoro, consumo e hobbies, un ingranaggio insignificante e facilmente interscambiabile nella complessa macchina che produce denaro.

Questa regressione, secondo Andreoli, è alimentata da molteplici fattori: il dominio sull’uomo del capitale e della tecnologia, la perdita di valori e ideali sociali, l’individualismo sfrenato e la società consumistica, perfino la perversione del consumismo esibizionista. In questo vortice di stimoli e frenesia, in concorrenza di apparizione e di successo dimostrato dai beni materiali esibiti, l’uomo perde la capacità di riflettere, di sognare, di provare piacere nel sapere, di provare sentimenti semplici, umani, di solidarietà e condivisione, come è da sempre fissato nel suo codice genetico. La sua esistenza si riduce all’azione mimetica, al “faccio e dimostro dunque non sono morto”, sostituendo il cartesiano “cogito ergo sum”. Al posto dei geni di sempre, prendono ora il posto i memi, unità comportamentali dovuti all’omologazione nella società di massa.

Le conseguenze di questa alienazione sono drammatiche: ansia, depressione, dipendenze, violenza e, soprattutto, una profonda perdita di senso nella vita. L’uomo si sente isolato, disconnesso da se stesso, dagli altri e dal mondo che lo circonda. Iniziano così ricerche tortuose dell’intimo che portano spesso a dipendenze patologiche di vario tipo, dall’alcol alla droga, dal dogma religioso alla setta satanica, dall’isolazionismo metafisico alla pratica in gruppo di attività di astrazione, le culture orientali new age.

Ma esiste una via d’uscita? La risposta non è semplice e richiede un impegno su più fronti. A livello individuale, è fondamentale riscoprire il valore del tempo lento, della connessione con la natura, della cultura, della meditazione seria che tratta la propria storica d’origine, scopre le provenienze, disegna l’evoluzione propria e della specie, delle relazioni autentiche, reali, partecipate davvero e non virtuali, della creatività e della ricerca di un senso profondo nella propria esistenza. Perché la personalità non nasce in proprio, viene erogata dal proprio gruppo di appartenenza e non è fissa, stabile, immutabile, bensì fluida, evolutiva, dinamica.

A livello sociale, è necessario contribuire lealmente per costruire un mondo più giusto, comprensivo, sostenibile e connesso. Promuovere la giustizia sociale, proteggere l’ambiente e la cultura, sostenere le arti e l’attività fisica atletica, creare comunità coese: queste sono solo alcune delle azioni che possono contribuire a contrastare l’alienazione e a costruire un futuro più umano. E tutto questo è il compito primario della Società Civile.

L’alienazione umana non è una condanna ineluttabile. Attraverso la consapevolezza, l’impegno individuale e collettivo, possiamo riscoprire la nostra dimensione umana, fatta di mente e corpo, e costruire un mondo in cui ognuno si senta connesso, valorizzato e parte di qualcosa di più grande, formare comunità pacifiche e progressiste, collettivi di solidarietà.

Questo viaggio filosofico sull’alienazione umana è solo un punto di partenza per riflessioni sistematiche lungo tutta la vita, come stimolo per l’educazione personale e di gruppo. Vi invito ad approfondire il tema, a riflettere, a confrontarvi e a contribuire alla costruzione di un mondo più umano e connesso, perché questa è la nostra eredità storico-culturale e abbiamo il dovere morale di salvaguardarla dall’oblio dell’industrializzazione consumistica, regolatrice di azioni robotiche impostate da interessi monetari e tecnologici esasperati.

Evangelos Alexandris Andruzzos – Fact Checker
👉 www.grecia.it 👈 FILO ITALOELLENICO
Formatore, sociologo, giornalista, editore.
Consulente organizzazione e comunicazione.
Coordinatore di progettazione europea internazionale.

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