Halloween, incursioni di zucche e invasioni culturali, persi nella traduzione!
“Accendi la tua zucca”, ci dicono. E ci illuminiamo. La plastica, l’importata, l’americana. Perché? Perché ce lo hanno detto. Perché lo vediamo nei film. Perché è così che si festeggia Halloween.
Ma sai cosa festeggiavamo? Melodie per bambini con canti natalizi, campanelle, canzoni e dolci. Una festa nostra, che profumava di gelato, dolci e rucola, non di zucca.
Ora, la zucca è simbolo di Halloween, una festa che ci è arrivata da lontano, una festa che compriamo già pronta, in confezione, gareggiando sempre più con il vicino per entrargli negli occhi, come consumatori di corno. Fantastichiamo su streghe e fantasmi, dimenticando le nostre storie, i nostri miti, le nostre radici culturali.
Ci viene detto che la zucca simboleggia la luce nell’oscurità, la vittoria del bene sul male. Solo noi avevamo i nostri simboli, le nostre luci, i nostri modi di esorcizzare e scacciare i nostri spiriti maligni.
E che dire di Pomona, la dea romana della frutta? Abbiamo cambiato anche le sue luci, l’abbiamo resa simbolo di Halloween, mentre il suo sapere appartiene ad un mondo molto più nostro, molto più antico e genuino di quello dei romani.
Cosa ci sta succedendo? Perché stiamo sostituendo le nostre radici con quelle straniere, importate attraverso il commercio di idee e confezioni pronte per il consumo a pagamento? Perché permettiamo che ci vengano imposti costumi coloniali e simboli servili che non ci appartengono?
Forse perché è più facile, di massa, acritico, accompagna l’ostentato consumismo di mercato. Forse perché così ci sentiamo più moderni, più cosmopoliti, cioè ci piacciono quelli americani. Ma ci stiamo perdendo qualcosa di prezioso? Stiamo perdendo la nostra identità, le nostre radici, la nostra storia?
Allora accendiamo la nostra zucca, ma non dimentichiamo chi siamo, da dove veniamo, così sappiamo dove stiamo andando. Ricordiamo le nostre tradizioni, le nostre storie. Creiamo nuove usanze, ispirate al nostro passato ma adattate al presente.
Perché Halloween può essere un’occasione di divertimento e di allegria, ma può anche essere un’occasione di riflessione, per riscoprire il nostro vero sé, le nostre origini storiche, le nostre comunità tradizionali, la nostra vera storia.
Halloween non fa parte delle tradizioni mediterranee, ma l’immaginario legato a figure simili alle streghe ha radici profonde nell’antica Grecia. Le streghe della Tessaglia erano conosciute per le loro abilità magiche e la loro ferocia. Queste figure mitologiche, spesso rappresentate come crudeli e inumane, erano devote a Ecate, una divinità associata alla luna e agli inferi. Tra le streghe più celebri della mitologia greca, troviamo Medea, nota per la sua storia tragica e i suoi poteri magici, e Circe, celebre per la sua capacità di trasformare gli uomini in animali.
Kakia è un’altra figura mitologica meno conosciuta che incarna il male e l’inganno. Queste figure non solo arricchiscono la mitologia greca ma hanno anche influenzato la cultura e la letteratura in modi che risuonano ancora oggi. Mentre Halloween non è una celebrazione tradizionale in Grecia o in Italia, il fascino per il mistero e la magia delle streghe si può ritrovare in queste antiche storie, dimostrando l’universalità di certi archetipi culturali.
Halloween, una festività dalle radici celtiche, non fa tradizionalmente parte delle celebrazioni mediterranee, e, nello specifico, in Italia e Grecia. Tuttavia, il fascino e il mistero che circondano le figure delle streghe hanno sempre avuto un ruolo significativo nelle storie e nei miti di queste culture, l’immaginario legato a queste figure ha radici profonde nell’antica Grecia. Le streghe della Tessaglia erano conosciute per le loro abilità magiche e la loro ferocia. Queste figure mitologiche, spesso rappresentate come crudeli e inumane, erano devote a Ecate, (in latino Hecata, in greco antico: Ἑκάτη), una dea di origine pre-indoeuropea romana, associata alla luna e agli inferi.che fu ripresa nella mitologia greca e romana e trasportata poi nella religione greca.
Ecate era la dea della magia e degli incroci ed era la potente signora dell’oscurità, regnava sui demoni malvagi, sulla notte, la luna, i fantasmi, i morti. Era invocata da chi praticava la magia e la necromanzia. Era una delle numerose divinità adorate nell’antica Atene come protettrice dell’oikos (famiglia), insieme a Zeus, Estia, Hermes e Apollo. Proto-streghe nella mitologia greca Medea è una delle streghe più famose della mitologia greca. Figlia del re Eeta di Colchide e nipote della maga Circe, Medea è nota per la sua profonda conoscenza delle arti magiche. La sua storia è intrecciata con quella degli Argonauti e di Giasone, che aiutò con le sue magie per recuperare il Vello d’Oro. Secondo Apollonio Rodio, fu colpita dalla freccia di Eros per volere di Afrodite. Medea tentenna ed esita, come ricorda anche Ovidio nelle Metamorfosi. S’interroga tra l’amore per uno straniero e l’affetto verso la patria, ma alla fine sceglie Giasone. Mossa dalla fiamma della passione l’aiuta con pozioni e incantesimi, l’assiste e lo guida in ogni prova così da fargli eliminare il drago e poi rubare il vello d’oro. In cambio ottiene di divenire sua sposa e di partire con lui. Secondo alcune versioni, tra cui quella di Apollodoro, Medea si spinge ben oltre: per amore di Giasone uccide il fratellino Apsirto e ne sparge i pezzi in mare. Il padre Eeta, al comando della flotta che li insegue, si ferma così a ricomporre le spoglie del figlio e la nave Argo, su cui viaggiano Medea e gli Argonauti, si allontana indisturbata. Tuttavia, la sua vicenda prende una piega tragica quando, tradita da Giasone, usa i suoi poteri per vendicarsi in modi drammatici, dimostrando la complessità e l’ambiguità morale della sua figura.
Lady Hamilton come Medea’. George Romney. Olio su tela. 1786
Circe, un’altra celebre maga bellissima, la bellezza, infatti, è un carattere che contraddistingue la maga nel mondo greco, che deve sedurre, deve ammaliare con la sua presenza e con il suo corpo dare inizio all’incantesimo, è famosa per la sua abilità di trasformare gli uomini in animali, un potere che esercita anche su Ulisse e i suoi compagni nella “Odissea” di Omero. Circe è spesso rappresentata come una figura enigmatica: pericolosa e attraente, simboleggia il potere e il fascino intrinseco del mistero femminile. “Guidatili all’interno, li fece accomodare su sedie e troni, e per loro mescolò con vino di Pramno formaggio, farina e miele dorato; al cibo unì terribili farmaci, affinché dimenticassero completamente la terra dei padri. Dopo averglieli somministrati e quando li ebbero bevuti, a quel punto colpendoli con una bacchetta li rinchiuse nei porcili. Ed essi di porci avevano il muso, il verso, le setole e la sagoma, ma la mente era ancora integra come prima. Così, mentre piangevano, essi furono rinchiusi; e Circe gettò in mezzo a loro come cibo ghiande, datteri e frutti di corniolo che i porci mangiano sempre giacendo a terra.”
Omero, Odissea, X, 233-243 Circe offre la coppa a Ulisse, Johan WIliam Waterhouse, 1891, Collezione Oldham
Kakia (Kακία), un concetto personificato, spirito tentatore del vizio e del crimine, seppur meno conosciuta, rappresenta l’incarnazione del male e dell’inganno. Il suo ruolo nella mitologia greca non è così dettagliato come quello di Medea o Circe, ma simboleggia comunque le tentazioni e le difficoltà che gli eroi devono superare. Il suo opposto è Areté (Αρετή), dea della virtù.
Negli ultimi anni, Halloween ha iniziato a guadagnare popolarità anche in questi paesi nostri del Mediterraneo, sebbene in forme più commerciali e moderne. Feste e celebrazioni a tema streghe, fantasmi e altre creature soprannaturali, pur non appartenendo alla tradizione mediterranea, offrono un’opportunità per esplorare e reinterpretare queste antiche storie. Infatti, mentre Halloween può non essere una celebrazione tradizionale nelle culture italiana e greca, le figure di streghe e maghe mitologiche come Medea, Circe e Kakia dimostrano che l’interesse e la fascinazione per il soprannaturale e l’ignoto sono ben radicati nella tradizione culturale di questi paesi.
Educatore professionale, dottoressa in Scienze Politiche
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