La rinascita neoclassica della città di Atene, sobborgo militare ottomano nei pressi dell’Acropoli, caserma Turca, per servire la causa Bavarese di una nuova nazione europea, l’Ellade.
Da piccolo villaggio di soldati, stradioti Albanesi in servizio al sultano, a capitale nella nascente nazione: Immaginate un piccolo agglomerato intorno a Pliaka, che in lingua albanese significa vecchia città, luogo di pietre antiche da cui costruire capanne. Un mucchio di bassi e buchi tra rovine di circa 4.000 abitanti, raggruppati attorno e sull’ombra dell’Acropoli. Questa era Atene nel 1833, poco dopo la liberazione dagli Ottomani. Un villaggio albanofono modesto, con case povere e rovine sparse, ben lontano dalla gloria della sua antica civiltà.
Il sogno nazionalista della razza Arianna e di una nuova capitale europea: Nel 1834, il re Ottone di Baviera, primo sovrano della Grecia oramai liberata per volontà delle Grandi potenze militari e indipendente, riconosciuta ufficialmente dallo Stado di Aiti e garantito dai Lloyd Iglesi per i prestiti concessi al suo governo di Nafplio, decise di trasformare Atene nella capitale del nuovo regno. Il suo obiettivo era creare una città moderna, che celebrasse il glorioso passato della Grecia antica, sul ricordo della città di Pericle, Tucidide, Themistocle, Demostene, Platone, Socrate… e allo stesso tempo fosse un centro di filosofia, cultura e progresso.
Un piano ambizioso: Il piano urbanistico fu affidato a due architetti: il tedesco Eduard Schaubert e il greco Stamatis Kleanthis. Il loro compito era di creare una città moderna, funzionale e bella, che si integrasse armoniosamente con i resti archeologici. Ispirata alla pianta Ippodamea, urbanisticamente e architettonicamente modello di riferimento per tutte le altre città elleniche.
Οδός Βασιλίσσης Σοφίας, 1905 La via più centrale di Atene, davanti al palazzo reale, oggi Parlamento visibile alla destra.
el.wikipedia.org/wiki/Αρχαία_Αθήνα
Le strade come simbolo: Uno degli aspetti più significativi del nuovo piano urbanistico fu la scelta dei nomi delle strade. Le vie principali furono dedicate a figure e divinità della Grecia antica, come Hermes, Athena e Areopago. La stessa via Ermou, destinata a diventare il cuore pulsante del commercio cittadino, prese il nome dal dio del commercio e dei viaggiatori. perciò è stata disegnata larghissima, tanto larga quanto è oggi larga la sua parte superiore, la piazza della Costituzione, proprio di fronte al suo palazzo reale, l’odierno Parlamento ellenico. Peccato però che la speculazione dei consiglieri comunali, già proprietari delle terre della zona, hanno stravolto il disegno urbano lottizzandoli e vendendoli per edificare palazzi centralissimi e restringere così la via nella sua dimensione attuale… angusta e solo isola pedonale!
La via commerciale di Atene, dedicata al Dio Ermes. Via Ermù 1903.
Un ponte tra passato e presente: La scelta di questi nomi non era solo un omaggio all’antico splendore della Grecia, ma anche un tentativo di creare un legame tra il passato e il presente. Le strade di Atene, con i loro nomi evocativi, avrebbero dovuto ispirare i cittadini e ricordare loro la grandezza dei loro antenati. La scuola dovrebbe poi assumere il compito di insegnare l’antico greco, dialetto ionico degli Ateniesi, idioma attico classico, nell’arco di un secolo. Prima tappa, la diffusione di una nuova lingua creata in laboratorio da un comitato di filologo tedeschi, cultori del greco antico e conoscitori della koinè ellenistica, la scrittura delle sacre pergamene cristiane, producendo la lingua pura, la katharevusa, come più vicina alla lingua di Fanar e la lingua di Stato dell’Impero Romano d’Oriente, il greco clericale. Questa fase intermedia dovrebbe durare per alcune generazioni per facilitare l’alfabetizzazione delle masse totalmente digiune e parlanti varie lingue e dialetti, tanto che tra di loro era del tutto impossibile capirsi. Molte opere teatrali dell’800 hanno messo in evidenza che lo Stato neogreco era burocratico, usava una lingua straniera ovunque in Grecia e perfino i suoi servitori non erano in grado di comprendere, tanto meno di spiegare ai cittadini, parlanti tutti idiomi diversi. Un cretese con uno di Zante, di Tripoli, di Napflio o di Samos, non si poteva capire e neanche tra di loro naturalmente! Solo a Nafplio, porto franco, si parlavano 12 lingue diverse!!!
La centralissima via dell’Università, odòs Panepistimiu, nell’anno 1900
L’eredità di una città moderna: Nel corso del XIX secolo, Atene si è trasformata in fretta e furia per volontà reale una grande metropoli, con luci e ombre. La città grazie alla speculazione sfrenata ha perso parte del suo fascino originario, diventando una “città di cemento” con poco verde. Tuttavia, l’eredità del piano urbanistico di Schaubert e Kleanthis rimane viva. La via Ermou, come la via Condotti anche questa diventata famosa per la presenza di greci commercianti presenti, come i Bulgari, con i suoi negozi e la sua atmosfera vivace, pure ristretta ad un vicolo angusto per la lottizzazione sfrenata dei furbi proprietari consiglieri comunali, è un simbolo della rinascita di Atene e della sua identità di città moderna con un’anima antica.
Atene del 1920 in un video spettacolare!
Riflessioni sull’arte e la cultura: L’arte moderna in Grecia è spesso influenzata dalla ricca tradizione classica. Tuttavia, il paese non ha ancora sfruttato appieno il suo potenziale culturale e turistico, che in larga parte resta ancora sepolto sotto l’attuale città, soffocato dal cemento. La valorizzazione del patrimonio storico e archeologico, insieme alla promozione di una cultura contemporanea vivace e innovativa, potrebbe essere la chiave per un futuro radioso per la Grecia del futuro. Stessa cosa vale per Sparta, Argos, Corinto, Megara, Eleusina, Pireo, Tebe… e tutte le città antiche dove si è *pensato* che fosse meglio e comodo costruire direttamente sulle antiche fondazioni, magari utilizzando gli antichi reperti come materia prima, edile gratis all’occorrenza.
Un invito a scoprire meglio la realtà, evitando le apparenze folkloristiche: Il mio articolo invita i lettori italiani a scoprire a fondo la bellezza di Atene e di tutte le città elleniche. La capitale è una città ricca di storia, cultura e contraddizioni che l’attento visitatore deve cogliere, interpretare l’evoluzione, riconoscere l’antica impronta tra Plaka costruita dagli Albanesi soldati di ventura, Anafiotica costruita dai migranti dell’isola di Anafi, esperto pelecani di pietra per ricostruire i marmi del Partenone con marmi di Paros su ordine del re Ottone, l’antica agorà greca, l’agorà romana, i luoghi della politica di Pnice e della filosofia peripatetica, riconoscere nei templi la devozione degli ateniesi per i protettori dei loro affari e destini, comprendere il perché l’antica Atene da un insieme di villaggi di pastori e agricoltori è diventata fucina di interculturalismo, laboratorio di democrazia, impero militare, faro di civiltà di breve durata, fino alla sua celere decadenza per avidità di dominio. Passeggiando per via Ermù, tra negozi e caffè, si può respirare l’atmosfera di una città che ha saputo reinventarsi, senza dimenticare le sue radici antiche.
E ricordare le vite parallele tra Grecia e Italia, tra Atene e Roma, tra via Ermù e via Condotti… del gioielliere greco Bulgari e dei tanti commercianti greci stabiliti per stimolare gli affari.
Formatore, sociologo, giornalista, editore.
Consulente organizzazione e comunicazione.
Coordinatore di progettazione europea internazionale.