IL PUGILE GRECO IN RIPOSO O DELLE TERME
La statua ellenistica in bronzo, denominata il Pugile a riposo, Pugile delle Terme o Pugile del Quirinale, risalente tra il IV e il II sec. a.C., si trova a Roma in una sala del Palazzo Massimo, uno delle sedi del Museo Nazionale Romano, e rappresenta probabilmente un pugile a riposo nei momenti successivi ad un pericoloso incontro pugilistico.
di Evangelos Alexandris Andruzzos
La scultura, forse connessa a Lisippo , uno degli artisti più famosi del mondo classico, o a qualche artista vicino alla sua cerchia, è una delle meraviglie artistiche dell’antichità giunte sino a noi. Capolavoro già ammirato e venerato in passato, come evidenziato dai dettagli delle dita del piede, che ci mostrano un logoramento antico, dovuto forse alla pratica dello sfregamento continuo, per venerazione ad opere famose, ritenuto nel periodo classico di buon auspicio.
Il pugile è stato rinvenuto il 7 febbraio 1885, a Roma, nell’attuale via IV Novembre, durante i lavori di costruzione del Teatro Drammatico Nazionale (ora scomparso), all’interno delle fondazioni dell’ex Convento di San Silvestro al Quirinale, proprio lì dove sorgevano le Terme di Costantino.
Questa statua è tipica della cultura ellenica, così amata e diffusa nel mondo romano dopo il contatto con la Grecia e l’importazione a Roma dei capolavori artistici Ateniesi, riprodotti poi in molteplici copie per arredare le ville dell’aristocrazia Latina e i luoghi pubblici.
Sicuramente, il pugilato prese piede in Grecia a partire dalle civiltà minoica e micenea, sotto il nome di pýx o pygmḗ o πυγμή – pugme. Ci sono diverse leggende sull’origine della boxe, secondo una di queste Teseo inventò uno sport nel quale due uomini, seduti l’uno di fronte all’altro, dovevano colpirsi coi pugni fino a quando uno dei due rimaneva ucciso o comunque impossibilitato a combattere: in seguito, tale tecnica venne sviluppata in modo da contemplare prima la postura eretta dei due contendenti, ed in seguito l’uso di guantoni, a volte muniti di borchie, e protezioni per i gomiti, anche se non doveva essere raro assistere a combattimenti di uomini completamente nudi.
Secondo l’Iliade, i guerrieri micenei includevano tornei di pugilato fra le cerimonie per onorare i caduti in guerra (fra cui Patroclo), anche se non è da escludere che tale usanza fosse stata presa in prestito da Omero fra quelle contemplate in periodi più tardi.
Proprio in commemorazione di Patroclo, i greci, a partire dal 688 a.C., introdussero il pugilato (pygmḗ o pygmachía) nei Giochi Olimpici antichi: la prima medaglia venne vinta da Onomasto da Smirne.
Il quale ha istituito le prime regole: tutti i pugili salgono insieme e iniziano a combattere tra loro alla rinfusa e vince chi resta alla fine da solo in piedi!
Secondo Filostrato, la πυγμαχία pigmachia si era sviluppata originariamente nella polis di Sparta, dove essa serviva a rendere gli uomini meno sensibili al dolore in caso di battaglie, poiché i guerrieri spartani non erano soliti utilizzare elmi di sorta. In ogni caso, la nobile arte non era vista come uno sport di tipo competitivo, soprattutto perché il combattimento fra due uomini prevedeva la sconfitta di uno dei due, il che era ritenuto altamente disonorevole nella cultura spartana. Si lottava per un po’ di tempo e si smetteva quando si era stanchi, senza che uno dei due venisse sconfitto.
Il sottoscritto è diventato campione giovanile in Grecia a 15 anni nel 1976 con la squadra del Pireo, Olimpiacos, entrato nella nazionale nel 1977 e per tre anni consecutivi vincitore del campionato ellenico.
Evangelos Alexandris Andruzzos – Fact Checker
Formatore, sociologo, giornalista, editore.
Consulente organizzazione e comunicazione.
Coordinatore di progettazione europea internazionale.
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