Incendio di Smirne 13 settembre 1922

Incendio di Smirne 13 settembre 1922

L’incendio di Smirne distrusse gran parte della città portuale nel 1922.

Il 13 settembre 1922 la città costiera di Smirne, crocevia millenario delle culture del Mediterraneo, venne data alle fiamme dopo che le truppe nazionaliste turche, guidate da Mustafa Kemal Atatürk. Εrano entrate in città al termine della Guerra greco-turca. Questo evento storico è conosciuto in Grecia come «la grande catastrofe». Il conflitto era scaturito nel 1919, quando l’esercito greco aveva invaso l’Anatolia con l’obiettivo di annettere parte dell’Impero ottomano in via di dissoluzione, allo Stato greco. Migliaia di cittadini greci di Smirne, che abitavano il luogo da secoli, ma anche ebrei e armeni tentarono la fuga dalle rappresaglie dell’esercito.

Circa un milione e mezzo di profughi dell’Asia minore trovò riparo in Grecia, paese abitato allora da cinque milioni di abitanti, lasciando un’impronta indelebile sulla cultura, la politica e la musica greca.

L’incendio di Smirne. “Smirne ore 6 del 13 settembre 1922”.

Testimonianze del tempo riferirono che iniziò il 13 settembre 1922, quattro giorni dopo che le forze turche, per lo più etnie anatoliche barbare e predatorie, chiamate per combattere per ottenere il bottino di guerra massacrando e rubando tutto quanto per 3 giorni dopo la vittoria, come era l’abitudine del tempo, avevano ripreso in rappresaglia il controllo della città, ponendo fine alla guerra greco-turca. L’esercito rivoluzionario non regolare, ma composto da truppe autonome guidato con dubbia efficienza da Nureddin Pascià, comandante delle forze turche nel distretto di Smirne, entrando in città, aveva come obiettivo lo sterminio delle popolazioni cristiane smirniote, e gli ordini contrari di Kemal Ataturk vennero ignorati sia dall’esercito rivoluzionario che dallo stesso Nureddin. Numerosi Armeni e Greci della città vennero pertanto prima incendiati i loro quertieri per costringerli ad uscire allo scoperto e massacrati in seguito dall’esercito turco. Il metropolita ortodosso Crisostomo di Smirne ( Chrysostomos Kalafatis), che aveva rifiutato di fuggire con le truppe greche, venne linciato sulla pubblica piazza, in gogna di cui siamo riusciti ad ottenere racconti, immagini, perfino foto d’epoca.  

L’incendio distrusse gli antichi quartieri greco e armeno, insieme a quello “franco” (il quartiere portuale degli europei, francesi, inglesi, molti italiani compresi) di Smirne. Le vittime tra i cristiani, morti tra le fiamme, massacrati o annegati buttandosi in mare, ammontano a 30.000.

Dalla catastrofe riuscirono a fuggire 250.000 cristiani, sia smirnioti che altri greci arrivati in città da altre zone per fuggire dal fronte della guerra, insieme ad armeni ed altri popoli dell’impero Ottomano. In seguito alla devastazione, le popolazioni cristiane abbandonarono la città e la maggior parte di esse si rifugiò in Grecia

Le ragioni dell’incendio sono controverse: numerose fonti additano l’esercito irregolare turco come responsabile, l’etnia di Tsetes per l’esattezza, mentre altre vi vedono le conseguenze di fatti accidentali, e altre ancora lo attribuiscono ai greci, vista la tattica della Terra bruciata attuata dall’esercito greco in ritirata. 

Il fatto che solo i quartieri greci e armeni fossero andati in fiamme, mentre quelli turchi ne erano restati indenni, ha rafforzato l’ipotesi secondo cui i Turchi avessero incendiato con dolo la città.  Non mancano le tesi opposte, secondo le quali sarebbero stati i Greci vinti ad applicare la politica della “terra bruciata”. Numerose costruzioni che furono distrutte dall’incendio erano in effetti depositi, cheper i Turchi sarebbe stato importante mantenere. 

La città, multietnica e cosmopolita, prima dell’incendio contava 370.000 abitanti di varie culture. La popolazione numericamente prevalente era quella greca con 165.000 unità, seguita da quella turca (80.000). Altre comunità consistenti erano quella ebraica (55.000 persone) e armena (40.000).
La maggioranza dei profughi arrivati allora in Grecia, paese povero e disorganizzato, sono di nuovo emigrati dopo in tutte le parti del mondo cercando migliore fortuna, alimentando la diaspora greca, anche in Italia.

 

Le radici della diaspora: famiglie greche arrivate in Grecia dopo la distruzione di Smirne

Il disastro dell’Asia Minore del 1922 segnò una svolta nella storia del popolo greco. Milioni di rifugiati sono stati costretti a lasciare le proprie case e trovare rifugio in Grecia, portando con sé le proprie storie, cultura e tradizioni. Molte di queste famiglie cosmopolite, urbane e con un livello culturale sviluppato giocarono un ruolo importante nello sviluppo della Grecia moderna, e alcuni dei loro membri divennero figure di spicco nel campo politico, economico, intellettuale e artistico.

Purtroppo non esiste un elenco completo e aggiornato di tutte le famose famiglie greche che hanno le loro radici a Smirne. Molte ragioni contribuiscono a questa carenza:

Caos e perdite: la distruzione di Smirne fu un periodo tragico con grandi perdite di vite umane e proprietà. Molti documenti furono distrutti o persi, rendendo difficile ricostruire la storia familiare.

Traslochi, migrazioni interne e all’estero e cambi di nome e cognome: Molte famiglie furono costrette di fatto a spostarsi più volte e alcune cambiarono nome e cognome per vari motivi, perfino rifugiandosi all’estero, rendendo difficile risalire alle proprie origini.

Mancanza di registrazioni sistematiche: non c’è stato uno sforzo sistematico per registrare i rifugiati e le loro famiglie provenienti dal debole, impreparato e corrotto Stato greco, il che rende difficile creare un registro anagrafico completo. Dal milione e mezzo di arrivi, molti fermati nelle isole dell’Egeo in prima istanza e poi trasferiti nei maggiori porti della Grecia allora libera dall’Impero Ottomano, si sono collocati in insediamenti di profughi di massima povertà ed inedia, curati principalmente nei primi tempi dalla filantropia della Croce Rossa Internazionale con donazioni di aiuto umanitario da parte degli stati esteri.

Ci sono tuttavia alcuni casi di famiglie che si sa abbiano origini dell’Asia Minore da Smirne e che abbiano donato importanti personalità alla Grecia. Alcuni dei casi più noti e ccertati, sono:

Aristotele Onassis: Suo padre, Socrates Onassis, era un mercante greco di Smirne.
Marios Varoufakis: L’economista e politico ha radici nell’Asia Minore di Smirne.
Melpo Aspasiotaki: L’attrice è originaria di Smirne.
Giorgos Seferis: Sebbene sia nato ad Atene, i suoi genitori erano originari di Smirne.
Evangelos Alexandris: E’ nato al Pireo, rifugiato di seconda generazione da Smirne.

 

Elena Cannata

Educatore professionale, dottoressa in Scienze Politiche 

Notizie mie personali e da internet

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