L’eco di un tempo lontano nella nostra parlata internazionale: “Inverno” nel grande albero indoeuropeo
Amici del Portale FILO ITALOELLENICO, oggi ci addentriamo in un viaggio affascinante, non tra città e monumenti, ma tra le parole, alla ricerca di echi di un passato remoto che ancora risuonano nelle nostre lingue. Prendiamo una parola comune, un concetto universale: << l’inverno >>. Avete mai pensato a quante lingue diverse usano suoni simili per descrivere questa stagione? Ebbene, la somiglianza non è casuale, ma il frutto di una storia millenaria che affonda le radici nella famiglia linguistica indoeuropea.
https://it.wikipedia.org/wiki/Lingue_indoeuropee
Un antico progenitore comune:
Gli studiosi di linguistica storica hanno ricostruito una proto-lingua, chiamata indoeuropeo (IE), parlata migliaia di anni fa da un popolo che si presume vivesse in una vasta area tra l’Europa e l’Asia. Da questa lingua madre derivano la maggior parte delle lingue parlate oggi in Europa, Iran e India, creando una vera e propria “famiglia” linguistica.
La parola indoeuropea per “inverno” è stata ricostruita come *ĝheym-. Questo termine, apparentemente astruso, è la chiave per comprendere le somiglianze tra parole apparentemente distanti.
Osserviamo alcune delle “discendenti” di *ĝheym-:
- Lingue celtiche (gallico): troviamo giamoni[os], nome di un mese invernale.
- Lingue romanze (latino): ecco hiems, da cui derivano l’italiano “inverno”, lo spagnolo “invierno”, il francese “hiver”, ecc.
- Lingue germaniche (antico nordico): compare gōi, anch’esso nome di un mese invernale.
- Lingue baltiche (lituano e lettone): incontriamo žiemà e zima, che significano direttamente “inverno”.
- Lingue slave (antico slavo): troviamo zima, con lo stesso significato di “inverno”.
- Lingua albanese: abbiamo dimȅr (tosco) e dimȅn (ghego), entrambi significanti “inverno”.
- Lingua greca: ecco χεῖμα, χειμών (“inverno”) e χιών (“neve”), che mostrano una radice comune.
- Lingua armena: compare jiwn, che significa “neve”.
- Lingue iraniche (avestico e medio persiano): troviamo zyam- e zam, entrambi con il significato di “inverno”.
- Lingue indoarie (antico indiano): incontriamo hímā e hemantá- (“inverno”) e himá (“freddo, neve”).
- Lingue anatoliche (ittito): compare giem, che significa “inverno”.
Un mosaico di suoni, un’unica origine:
Come possiamo vedere, la radice *ĝheym- si è trasformata in modi diversi nelle varie lingue, ma un filo conduttore le lega indissolubilmente. La “g” iniziale si è spesso trasformata in “h” (come in latino hiems), in “z” (come nelle lingue slave e baltiche) o è scomparsa del tutto (come in greco χειμών).
Questo studio non è solo un esercizio di linguistica fine a sé stesso, ma ci offre uno sguardo privilegiato sul passato. Ci permette di immaginare un popolo antico, i proto-indoeuropei, che vivevano a contatto con la natura, che avevano parole precise per descrivere le stagioni e che, attraverso le migrazioni e le trasformazioni linguistiche, hanno lasciato un’impronta indelebile nelle lingue che parliamo oggi.
Un legame linguistico tra culture sorelle:
Per noi del Portale FILO ITALOELLENICO, questa scoperta assume un significato ancora più profondo. Il legame tra la lingua greca e quella latina, entrambe figlie dell’indoeuropeo, ci ricorda la profonda connessione culturale che unisce l’Italia e la Grecia, un legame che affonda le sue radici in un passato comune e che continua a vivere nelle nostre lingue, nelle nostre tradizioni e nella nostra identità.
La prossima volta che sentirete la parola “inverno“, pensate a questo viaggio nel tempo, a questo eco di un tempo lontano che ci ricorda le nostre comuni origini e la ricchezza del nostro patrimonio culturale. Un patrimonio che, attraverso le parole, continua a parlarci di un passato che è ancora vivo dentro di noi.
Consulente organizzazione e comunicazione.
Coordinatore di progettazione europea internazionale.