Neologismi e divari di comunicazione tra nativi digitali e “neaderthaliani”.
Sentiamo dai giovani la repulsione verso la comunicazione “vecchia”, obsoleta, analitica, impegnativa, fredda… che viene subito marchiata con il neologismo di origine inglese “cringe”. E chi non è appiattito alla moda dei linguaggi slang della rete, si interroga: che cosa significa “cringe”? Da dove arriva questo neologismo? Ma anche in questo caso dal greco, sembra ovvio!
Come spiegare il termine “cringe” ad una persona anziana:
“Cringe” è un termine inglese che si traduce approssimativamente come “imbarazzante” o “penoso”. Tuttavia, il suo significato va oltre la semplice sensazione di imbarazzo. Si riferisce a una sensazione di disagio, repulsione o vergogna causata da qualcosa di percepito come socialmente inaccettabile, goffo, o fuori moda.
Esempi:
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Vestiti: Indossare abiti fuori moda o di cattivo gusto può essere considerato “cringe”.
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Comportamento: Fare una battuta offensiva o inciampare in pubblico, rallentare la comunicazione con pause riflessive, può essere “cringe”.
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Opinioni: Esprimere opinioni impopolari, troppo personali o ritenute offensive può essere “cringe”.
Spiegazione per una persona anziana:
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Immaginare una situazione imbarazzante: Potresti iniziare spiegando che “cringe” è simile a provare una forte sensazione di imbarazzo per sé stessi o per qualcun altro.
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Confronto con esperienze passate: Racconta un aneddoto di una volta in cui ti sei sentito “cringe”, magari per qualcosa che hai detto o fatto in pubblico.
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Utilizzare esempi concreti: Fai riferimento a esempi di “cringe” tratti dalla cultura pop, come una scena di un film o una canzone con un testo imbarazzante.
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Sottolineare l’aspetto sociale: Spiega che “cringe” è spesso legato al giudizio altrui e alla paura di essere derisi.
Consigli:
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Usa un linguaggio semplice e chiaro, evitando termini gergali.
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Fai riferimento a esperienze comuni per facilitare la comprensione.
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Sii paziente e aperto al dialogo.
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Non utilizzare il termine “cringe” in modo offensivo o denigratorio.
Esempio di conversazione:
Persona anziana: “Cosa significa questo termine ‘cringe’ che sento dire dai ragazzi?”
Tu: “C’è un po’ di imbarazzo in quel termine. Sai, come quando ti senti a disagio per qualcosa che hai detto o fatto, o per qualcosa che vedi fare a qualcun altro?”
Persona anziana: “Ah, sì, mi è capitato! Come quando inciampi in pubblico e tutti ti guardano.”
Tu: “Esattamente! Ecco, ‘cringe’ è un po’ come quel tipo di imbarazzo, solo che amplificato e spesso legato a cose che non sono di moda o che sono considerate socialmente inaccettabili, passate e di cattivo gusto.”
Persona anziana: “Capisco, grazie per la spiegazione!”
Ricorda:
La chiave per spiegare il termine “cringe” ad una persona anziana è utilizzare un linguaggio semplice e chiaro, fare riferimento ad esperienze comuni e mantenere un tono rispettoso e paziente. Peraltro, non è gettando in faccia ad un altro un appellativo sprezzante, che si può caratterizzare l’altro, più di te stesso!
A volte il termine “cringe” viene usato a sproposito da gioventù frettolosa, superficiale, ignorante, per evitare il confronto culturale sul significato vero della comunicazione, preferendo restare in superficie, sull’estetica massimizzante delle mode passeggere, anglosassone da confusione mentale come il divertimento in discoteca tra alto volume, alcool e fumi vari, oltre che di consumi industriali vistosi, da esibizionismo sfrenato, offerti dall’effimero divertimento multimediale, anche verbali e stilistici gergali fertili nelle echo chamber virtuali.
Evangelos Alexandris Andruzzos – Fact Checker
Presidente Lega ItaloEllenica
Formatore, sociologo, giornalista, editore.
Consulente organizzazione e comunicazione.
Coordinatore di progettazione europea internazionale.
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