Operazione “Restart” nei villaggi abbandonati della Grecia

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Operazione “Restart” nei villaggi abbandonati della Grecia

Dalla Kaloskopì di Fokida all’Anatolicò Zagori, crescono le iniziative per ridare vita ai borghi dimenticati

di Evangelos Alexandris Andruzzos

Cari lettori italoellenici,

Piazze deserte, strade silenziose, scuole chiuse. Le immagini dei villaggi greci pieni di vita negli anni ’70 e ’80 sono ormai solo un ricordo lontano. Oggi, molti di questi luoghi sono diventati il simbolo di un “incubo demografico”, soprattutto nelle zone montane. Ma c’è una speranza: negli ultimi anni, gruppi di cittadini e amministrazioni locali stanno lanciando progetti per rianimare questi borghi, offrendo una piccola ma significativa inversione di tendenza.

E questo accade mentre le previsioni per la Grecia sono drammatiche: secondo l’ONU, entro il 2100 il paese avrà meno abitanti che nel 1950, probabilmente sotto i 7 milioni. La soluzione non la può dare  lo Stato e neanche il mercato, ed ecco lo spazio del volontariato, il TERZO SETTORE rigenerativo della società dal basso, dai suoi stessi membri, pochi al momento, ma in crescita grazie all’inventiva, la creatività, la socialità, la qualità della vita ottenuta con interventi mirati per attrarre nuova e giovane popolazione!


Kaloskopì Restart: Un modello di rinascita

Durante la pandemia, il villaggio di Kaloskopì (Fokida) sembrava uscito da un film horror: deserto, con pochi residenti permanenti. Ma un gruppo di giovani, legati alle origini del luogo, ha deciso di agire. Hanno ristrutturato il campo da basket abbandonato e, attraverso una Cooperativa Sociale (ΚοινΣΕπ), hanno riaperto un caffè-panetteria tradizionale, i cui ricavi finanziano opere pubbliche per il villaggio.

Kaloscopì Restart. Attraverso un’impresa cooperativa sociale (CSO), hanno aperto un caffè-generale tradizionale, con l’obiettivo di restituire al villaggio i proventi della sua attività per progetti infrastrutturali. Oggi, quasi cinque anni dopo, come racconta a NEA il segretario del progetto Kaloskopi Restart, Panagiotis Dimopoulos, il villaggio conta già 25 residenti permanenti. “Una coppia, con una bambina, si è stabilita nel villaggio, poiché il marito lavora a distanza, mentre tra poco tempo ci aspettiamo che un’altra giovane coppia venga a stabilirsi in modo permanente e a lavorare nel bar. Stiamo cercando di creare le basi per il ritorno e l’insediamento permanente dei residenti nel villaggio. Abbiamo già ricevuto una sovvenzione per allestire una piccola unità di pollame, che ci permetterà di vendere uova di un giorno e carne e in cui lavorerà un giovane di 30 anni”.

Oggi, a cinque anni di distanza, Kaloskopì conta 25 residenti fissi, tra cui una giovane famiglia con un bambino e un altro nucleo in arrivo. «Stiamo creando le basi per un ritorno sostenibile», spiega Panagiotis Dimopoulos, segretario del progetto. «Abbiamo anche avviato un piccolo allevamento di polli, che darà lavoro a un trentenne».


La crisi demografica in Grecia: Numeri allarmanti

  • Fokida ed Evrytania hanno la mediana d’età più alta (53,7 e 57 anni) e il minor numero di under 15 (circa il 10%).

  • Il tasso di fertilità è tra i più bassi d’Europa: 0,96 bambini per donna a Fokida, 1,01 a Evrytania (contro una media UE di 1,5).

  • 24% delle donne nate nel 1978 è rimasto senza figli.

«La Grecia sta invecchiando rapidamente, con una base demografica sempre più fragile», avverte Dionysis Balourdos, ricercatore dell’Istituto Nazionale Ellenico. «Il fenomeno è globale, ma qui si combina con un costante calo della popolazione».


“Ta Psila Vouna”: Ritorno alle montagne dell’Epiro

Mentre migliaia di greci emigravano, Sotiris Tsoukarelis e altri quattro giovani hanno scelto di trasferirsi a Anatolico Zagori, un villaggio a 1.020 metri d’altezza con appena 6 residenti permanenti. Attraverso la cooperativa “Ta Psila Vouna”, hanno ripulito i terreni abbandonati, avviando coltivazioni biologiche e progetti di turismo sostenibile.

«Il nostro obiettivo è sostenere chi vive in montagna e chi vuole trasferirsi qui», spiega Sotiris. «Riceviamo tantissime richieste di consulenza». Ora, in collaborazione con i comuni montani, stanno aprendo sportelli di accoglienza per chi sogna una vita diversa tra queste vette.


Perché l’Italia dovrebbe guardare a questi esempi?

  • Analogie con l’Appennino: Molte zone montane italiane affrontano lo stesso spopolamento.

  • Opportunità uniche: I villaggi greci offrono natura incontaminata, costi bassi e comunità accoglienti – senza nulla da invidiare alle Alpi.

  • Modelli replicabili: Le cooperative sociali e il turismo slow potrebbero essere la chiave per rivitalizzare borghi abbandonati in tutta Europa.


Invito all’azione

Se state cercando un cambio di vita o un progetto imprenditoriale fuori dal comune, i villaggi greci potrebbero essere la risposta. Perché non esplorare questa possibilità?

Per saperne di più:

  • Siti: Kaloskopi Restart

  • Film: “Il ritorno” (2021, documentario sulla rinascita rurale)

“La montagna non è un luogo isolato, ma un nuovo inizio.”

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