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Sparatoria a Monreale: Un sintomo della Sicilia (e dell’Italia) che soffre della propria violenza
Tre giovani morti. Salvatore Turdo (23 anni), Massimo Pirozzo (26) e Andrea Miceli (26), tutti incensurati, uccisi a colpi di pistola nella notte tra il 26 e il 27 aprile 2025, in piazza Duomo a Monreale, vicino Palermo. Una strage assurda, avvenuta dopo una lite tra due gruppi – uno di Monreale, l’altro dello Zen di Palermo, quartiere simbolo di degrado e abbandono.
Periferia Italia: Violenza, disoccupazione, disperazione
La Sicilia, ancora una volta, mostra il volto più crudo delle periferie italiane:
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Giovani senza futuro: Turdo e Miceli lavoravano in una ditta di carpenteria, Pirozzo cambiava spesso lavoro. Nessuno di loro aveva precedenti penali.
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Facile accesso alle armi: Come sottolinea il Movimento 5 Stelle, è agghiacciante la facilità con cui armi finiscono nelle mani sbagliate.
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Assenza dello Stato: Lo Zen di Palermo è da anni un laboratorio di marginalità, incubatore di criminalità diffusa, indottrinamento giovanile alla violenza, borgata del malaffare, dove lo Stato arriva solo con le sirene delle volanti.
Una tragedia annunciata
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Scene da Far West (come le ha definite un politico locale) non nascono dal nulla.
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Sono il risultato di:
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Disoccupazione giovanile (in Sicilia supera il 30%).
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Mancanza di servizi (scuole, centri di aggregazione, Terzo Settore partecipato).
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Criminalità organizzata che recluta tra i disperati.
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Cosa resta?
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Messaggi di cordoglio sui social (“Non si può morire così”).
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Interrogazioni parlamentari (che spesso finiscono nel dimenticatoio).
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Una comunità sconvolta, mentre l’Italia guarda altrove.
Finché le periferie saranno lasciate al loro destino, senza azioni concrete di volontariato, senza la presenza costante del Terzo Settore con la partecipazione attiva della popolazione locale, per crerare anticorpi di società civile, storie come questa si ripeteranno all’infinito senza soluzione di continuità.
Ascoltiamo le ultime parole dedicate dal Papa Francesco ai giovani, impazienti ad esprimersi frettolosamente, senza riflettere e spesso, purtroppo, con cruda violenza:
FILO ITALOELLENICO chiede:
✔ Investimenti reali in lavoro e istruzione locale nelle periferie degradate, le borgate emarginate.
✔ Controllo serio sul traffico di armi con penne severe.
✔ Presenza costante di prevenzione delle istituzioni, non solo dopo le stragi per punizione.
Perché Monreale, dopo Francofonte e tanti altri luoghi del deserto umano, non diventi solo un’altra notizia dimenticata in una lunga successione di morte.