Tutto l’arco vulcanico del Mediterraneo, mostra segni di inquietudine!
Non solo l’area di Santorini, ma anche Etna, Vulcano, Stromboli… e Campi Flegrei sono attivi e minacciano le popolazioni circostanti. E’ bene aggiornarci e continuare ad essere bene informati sui rischi per evitare conseguenze drammatiche dall’incuria e mancanza di piani e preparazione in caso di allarme.
Come si evince dalla mappa, i due eventi di magnitudo 3.9 si sono verificati in due diverse zone sismogenetiche dove registriamo correntemente sismicità: nel pomeriggio di ieri nel Golfo di Pozzuoli e stanotte nella zona di Solfatara-Pisciarelli.
Stiamo attraversando una fase di intensificazione del bradisismo, un fenomeno che si è già verificato in passato. Ad esempio, il 20 maggio 2024 si è registrato uno sciame bradisismico di durata inferiore a quello attuale, ma caratterizzato da eventi di magnitudo 4.4, 3.8 e 3.6. Pertanto, la presenza di più eventi di magnitudo 3.0 in sciami particolarmente energetici non è un’anomalia.
Il monitoraggio multiparametrico indica che, al momento, tutti i parametri diversi dalla sismicità non mostrano anomalie rilevanti, ma mantengono i consueti trend di incremento. Il sollevamento del suolo procede a una media di circa 10 millimetri al mese. Il flusso nelle fumarole principali è ritornato ai valori registrati due settimane fa, dopo un leggero calo temporaneo. Anche le concentrazioni dei gas emessi dalle fumarole non presentano variazioni significative rispetto alle anomalie abituali.
In qualità di dipendenti dell’INGV, siamo profondamente vicini alla popolazione. Il nostro consiglio è di attenersi alle informazioni fornite attraverso i canali ufficiali dagli enti preposti alla gestione del fenomeno.
Tutti gli aggiornamenti sullo sciame e ulteriori informazioni sono disponibili sul sito web della banca dati GOSSIP dell’Osservatorio Vesuviano https://terremoti.ov.ingv.it/gossip/flegrei/2025/index.html
A questo link troverete tutti gli articoli sui Campi Flegrei https://ingvvulcani.com/speciale-campi-flegrei/
Studio sull’aumento di attività del supervulcano dei Campi Flegrei
L’aumento di sismicità registrato negli ultimi anni nel vulcano dei Campi Flegrei è stato oggetto di un recente studio Ingv. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha messo in risalto una caratteristica peculiare rilevata nei terremoti che hanno interessato il supervulcano dal 2021 al 2024. Si tratta di una successione frenetica di scosse telluriche, così rapide da sembrare quasi esplosioni. Questi “sciami simili a esplosioni” (in inglese Burst-like swarms) sono caratterizzati da un intervallo di tempo estremamente breve tra una scossa e l’altra, che li rende difficili da rilevare con precisione.
Fenomeni analoghi erano stati osservati in altre caldere vulcaniche, suggerendo che questi “sciami simili a esplosioni” potrebbero anche preludere a eruzioni freatiche, come ipotizzato dagli autori dello studio.
A condurre lo studio è stato un team di ricerca dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che ha collaborato a stretto contatto con i colleghi della sezione Ingv di Pisa e con quelli dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Eruzioni freatiche, cosa sono?
L’attività freatica è innescata dall’interazione tra l’acqua e il materiale vulcanico incandescente (magma, ma non solo), generando esplosioni che proiettano in aria frammenti di roccia e abbondante vapore acqueo.
Al momento l’ipotesi di eruzioni freatiche è solo una possibilità, ma la rilevazione di questi peculiari sciami sismici impone una sorveglianza attenta dell’area.
Crisi bradisismica ai Campi Flegrei, si tratta di eruzioni freatiche?
A sostegno di questa ipotesi ci sono le numerose scosse, che dall’inizio della crisi bradisismica ai Campi Flegrei nel 2005 ad oggi hanno fatto registrare oltre 23.000 oscillazioni dei sismografi, e la frequenza di alcuni sismi, come quelli che lo scorso 11 febbraio hanno visto 8 movimenti tellurici registrati nel giro di pochi minuti.
Le scosse di terremoto dell’11 febbraio sono state chiaramente avvertite anche nei comuni a ovest di Napoli, come Bacoli e Pozzuoli, e seppur di lieve entità (la più forte è stata di magnitudo 1.8) sono stati chiaramente avvertiti dalla popolazione perché si sono verificati quasi in superficie. La scarsa profondità dei movimenti tellurici è, insieme alla magnitudo, uno dei fattori che influenza la percezione del terremoto, e anche scosse di lieve entità possono essere avvertite chiaramente dalla popolazione se si verificano a pochi metri dalla superficie.