Un’istantanea della Grecia Antica sull’isola vulcanica d’Ischia, Πιθηκοῦσαι
Sull’isola d’Ischia, nascosta tra le rocce vulcaniche e le onde del Mar Tirreno, giace un tesoro inestimabile: il sito archeologico di Punta Chiarito. Un luogo che ci riporta indietro nel tempo, a quando i Greci scelsero questa isola come prima colonia in Italia, molto prima di fondare città come Napoli e Cuma.
Ll Museo degli Scavi di Santa Restituta, un complesso sotterraneo dove il processo di musealizzazione è avvenuto nei luoghi stessi del rinvenimento. Siamo nel centro storico del comune di Lacco Ameno, la cui configurazione fisica corrisponde in linea di massima a quella dell’antica Pithekoussai, stanziamento greco risalente all’VIII sec. a.C. dall’impostazione urbanistica ben definita: la necropoli nella valle di San Montano, l’acropoli su monte Vico, il quartiere metallurgico e manifatturiero nell’area degli scavi e sulla collina di Mezzavia, gli approdi commerciali lungo la marina, che allora godeva di ben altri spazi per fenomeni di bradisismo assai diversi da quelli attuali.
Un villaggio sigillato dal tempo dei millenni ancora da scoprire
Scoperto quasi per caso alla fine degli anni ’80, questo antico villaggio è stato letteralmente congelato nel tempo da una colata di fango, simile a quanto accadde a Pompei. Grazie a questa “capsula del tempo” naturale, gli archeologi hanno potuto ritrovare intatti gli oggetti quotidiani, gli strumenti e i resti delle abitazioni di coloro che vivevano a Punta Chiarito dalla seconda colonizzazione greca nella penisola italica.
A nostro modesto avviso, ci sono ancora da scoprire le tracce su Ischia dei primi visitatori arrivati sull’isola ancora prima, nella prima colonizzazione dei popoli Enotri, Minoici, Micenei, Minies, e forse anche Arcadi navigatori, che hanno conosciuto tutto il Mediterraneo e Man Nero, stabilendo emporii, costruendo villaggi di rifornimento navale con boschi di materia prima e di scambio commerciale, soprattutto per l’estrazione di metalli preziosi da coni vulcanici, zolfo e ossidiana.
Una finestra sul passato
Le ceramiche attiche, corinzie ed etrusco-laziali rinvenute sul sito testimoniano gli intensi scambi commerciali che legavano l’isola d’Ischia al resto del Mediterraneo. Ma non solo: gli oggetti di uso quotidiano, come le brocche, le scodelle e gli utensili da cucina, ci raccontano delle abitudini e del modo di vivere di questi antichi abitanti.
Un luogo di vita, commercio e di lavoro
Punta Chiarito non era solo un villaggio di commercio marittimo e agricolo, ma anche un luogo di produzione metallifera, cercamica, artigianale. Sono state infatti rinvenute tracce di attività di manufatti artigianali e anche molto bene decorati, come la lavorazione del bronzo, che testimoniano l’importanza economica dell’insediamento.
A Punta Chiarito a Panza scavi recenti, condotti tra il 1994 ed il 1997, hanno portato alla luce un villaggio di capanne, testimonianza della frequentazione antropica del sito in due successivi periodi. L’insediamento più antico si data al 750-730 a.C., nella sua fase iniziale, e dura sino agli inizi del VII secolo a.C., quando un’eruzione vulcanica ne determina l’abbandono; sono pertinenti a questa fase una parte di un fornello di impasto, prodotto localmente, e frammenti di ceramica di produzione coloniale ed estrusco-italica.
Alla fine del secolo alcune capanne vennero restaurate: si avviò così la seconda ed ultima fase di frequentazione del sito, la cui vita fu bruscamente interrotta da una coltre di fango, che, sopraggiunta repentinamente nel corso di un’alluvione, sigillò l’abitato. Conformemente a quanto già noto da altri siti le capanne, a pianta ellissoidale, erano costruite con pareti di pietre di tufo, parzialmente lavorate, messe in opera a secco ed addossate, ove possibile, alla parete del pendio; la copertura era a doppio spiovente lungo il corpo centrale, completata, in corrispondenza delle absidi, da un catino in canne e fango; accanto ai muri perimetrali corrono due file parallele di buchi, unica traccia dei pali lignei che contribuivano a sostenere il tetto.
Perché Punta Chiarito è così importante?
Primissima colonizzazione greca in Italia: Punta Chiarito ci offre una finestra unica sulla prima presenza greca in Italia, anticipando di circa vent’anni la fondazione di Pithecusae.
Un’istantanea di vita quotidiana: Grazie allo strato di fango che ha sigillato il sito, possiamo ricostruire con precisione la vita di un villaggio greco del VIII-VI secolo a.C.
Un ponte tra Oriente e Occidente: I reperti ritrovati a Punta Chiarito testimoniano gli intensi scambi commerciali e culturali tra il mondo greco e il resto del Mediterraneo.
Un Patrimonio da Proteggere
Il sito archeologico di Punta Chiarito rappresenta un patrimonio inestimabile per l’umanità. Grazie agli sforzi degli archeologi e delle istituzioni locali, questo luogo sta lentamente tornando alla luce, offrendoci una testimonianza unica della storia della nostra isola e del nostro paese.
Visita il Museo Archeologico di Pithecusae a Lacco Ameno e immergiti nell’affascinante mondo dell’antica Grecia sull’isola d’Ischia!
Evangelos Alexandris Andruzzos – Fact Checker
Formatore, sociologo, giornalista, editore.
Consulente organizzazione e comunicazione.
Coordinatore di progettazione europea internazionale.